La ragade anale è una delle malattie proctologiche più comuni. E’ caratterizzata da un piccolo difetto anatomico nella mucosa dell’ano. Tale difetto di solito ha una lunghezza da diversi millimetri a un centimetro.
Molto spesso, la ragade anale si verifica nelle persone di età compresa tra 20 e 55 anni (principalmente nelle donne). Spesso i pazienti non si rivolgono in tempo agli specialisti, innescando così la malattia e portandola a complicazioni sotto forma di infezione e suppurazione.
Il motivo principale per la comparsa di una ragade anale è un forte carico sull’area dello sfintere durante la defecazione. Oltre a questo, i motivi principali sono:
Spesso la comparsa di crepe è dovuta alla presenza di malattie digestive. Cioè, le malattie dello stomaco, del fegato e del pancreas possono portare allo sviluppo di una ragade anale.
In base alla durata del flusso, le ragadi anali si dividono in due tipi:
Nella patologia acuta il sintomo più eclatante è un forte dolore durante i movimenti intestinali, per i quali è anche possibile un sanguinamento.
Nella patologia cronica la principale differenza dal dolore, rispetto alle ragadi acute è la durata. Il dolore nei sintomi cronici può durare fino a diverse ore.
Una ragade anale viene trattata con farmaci solo all’inizio della sua comparsa, circa un mese. Dopo questo periodo è molto probabile che il medico, diagnosticherà una ragade anale acuta.
Se durante il periodo di trattamento farmacologico non guarisce, le possibilità di successo del trattamento conservativo sono notevolmente ridotte. I tessuti cicatriziali si formano sempre attorno a una ragade e più passa il tempo, più ruvide e massicce sono queste cicatrici; diventando cronica.
Una ragade anale può essere facilmente rilevata da un medico durante l’esame dell’ano e un esame digitale del retto. L’anoscopia e la sigmoidoscopia sono utilizzate come metodo di ricerca aggiuntivo. Tale studio consente di ottenere informazioni obiettive sulle condizioni del retto.
Le ragadi anali sono trattate da un proctologo e da un chirurgo. La natura e la durata della procedura dipendono direttamente dalla forma della malattia.
Nella forma acuta della malattia, il trattamento è solitamente mirato al sollievo dal dolore, alla normalizzazione del processo di defecazione e alla rimozione dello spasmo dello sfintere.
L’intervento chirurgico è previsto in presenza di difetti cicatriziali profondi non cicatrizzanti, con spasmo e nella condizione in cui i metodi di trattamento conservativi non funzionano.
La Dottoressa Torselli utilizza metodi di trattamento più efficaci, utilizzando attrezzature moderne. Il piano di trattamento viene redatto individualmente per ciascun paziente, a seconda della forma e della durata della malattia.